mercoledì 30 marzo 2011

Post-it

Una lettera scritta con il cuore. Una telefonata con parole dense. Una visita speciale. Domande discrete. Un forte abbraccio. Lacrime condivise. Cene e pranzi preparati e portati a chi soffre. Silenzio. E preghiera.

Il cuore e' stretto dalla sofferenza, piu' o meno grande di persone care che in questo momento soffrono. Vicine e lontane fisicamente. Rimango in silenzio. Guardo e osservo e imparo e prego. Quanto imparo dalla sofferenza e quanto il mio cuore ritorna all'essenziale.

Donare tempo. Tutto il tempo che regaliamo al marito, a un figlio, ad un'amica (soprattutto nei momenti di sofferenza) rende bella la vita e fa crescere la consapevolezza che vale la pena spenderla per amare.

Non sempre abbiamo il coraggio di ritagliare i nostri impegni, la nostra auto-affermazione con i suoi ritmi asfissianti, i nostri spazi, la nostra realizzazione per regalarli a chi vogliamo bene. Ma questo e' l'unica cosa che possiamo donare agli altri perche' prendere il proprio tempo e donarlo e' amare, e' educare, e' condividere, e' crescere, e' gioire e piangere insieme.

martedì 29 marzo 2011

Un po' stretta.

Cielo grigio. Ultima neve, ormai sporca ai lati della strada. Non c'e' sole e non c'e primavera. E fa ancora freddo. Ma i canadesi sono gia' in maglietta e pantaloncini. A volte i vicini escono a salutarci in pigiama. E, per i canadesi locali, Toronto e Ottawa sembrano viaggi da programmare con settimane di anticipo. Le signore canadesi amano il giardinaggio e conoscono tutte le piante e i fiori. I canadesi cenano alle 5.30, non piu' tardi. La vicina conosce tutti i miei movimenti. I miei figli hanno scarpe diverse oltre gli scarponi da neve e i canadesi mi chiedono "perche'?". Il mio carrello e' pieno di ingredienti per cucinare, gli altri carrelli hanno birra, surgelati, salse, gelatina, bibite e cookies. La postina, nonostante ripetute spiegazioni, e' convinta che  io sia francese di Taiwan (in realta' sarebbe Thailandia). I canadesi raramente hanno una tovaglia sulla tavola. Ottawa, i suoi musei, le sue vie, la sua cattedrale, i suoi negozi, i suoi ristoranti mi hanno rincuorata: vivo ancora nel mondo. E ho ringraziato di essere italiana. E come dice qualcuno: "felice di non dover guardare altri paesi per sapere cosa sono gusto e stile". Grazie maritino per questa fuga in citta'!






venerdì 25 marzo 2011

Gabriele (numero 4).

Gabriele. Prima di te due fratellini e una sorellina. Il tuo travaglio e un piccolo fatto: mentre tu venivi al mondo - fuori - (perche' tu c'eri gia', dentro) io e papa' cercavamo di ricordare il numero di telefono della tata per ricordarle di portare il permesso per prendere Edoardo e Benedetta al campo estivo. Mentre le contrazioni aumentavano, la nostra tata stava andando anche a prendere Carlo, due anni, all'asilo via tuk tuk.
Sei nato con grande gioia e lacrime di rigraziamento alla Vita. E con un solo giorno di vita in questo mondo, mentre dormivi beato nella culla dell'ospedale...tre piccoli fratellini ti toccavano, baciavano, stringevano, sorridevano...pronti a portarti a casa!

Ma la vita, una grande avventura, non ci lascia mai senza stupore! La casa era presa d'assalto da 6 uomini thailandesi che in 4 giorni hanno fatto pacchi e scatoloni, lasciando solo il necessario per partire due mesi dopo. Ma tu, nonostante questo vuoto materiale, dormivi e mangiavi ignaro di quello che noi, la tua famiglia, stavamo organizzando: un trasloco intercontinentale (Thailandia - Canada) e il tuo Battesimo con partenza per l'Italia il giorno dopo. Tu avevi due mesi!

Ti guardo oggi, a 21 mesi! Sei felice, nonostante le gelosie, la pazienza dei turni, i pasti che dai 9 mesi hai per necessita' cominciato a mangiare da solo, le nanne interrotte dal gioco dei fratellini/sorellina, i sonnellini a meta' perche' ti addormentavi in macchina e dopo 10 minuti eravamo a scuola e dovevi svegliarti... I tuoi primi 20 mesi non sono stati da manuale perfetto...ma dettati dall'amore che non sbaglia mai. E tu questo amore, imperfetto ma forte, lo respiri dal tuo concepimento (anche prima...nel progetto di vita insieme di mamma e papa') ed e' la fonte sicura della tua felicita' di bambino.

mercoledì 23 marzo 2011

iPad.

In auto andando a Ottawa condivido con te alcuni miei pensieri, tiro fuori la mia agenda e ti offro qualche punto di riflessione annotato nei giorni prima...Tu mi ascolti, cerchi di andare al punto, provi ad argomentare e poi mi chiedi: "Tu cosa fai al computer?" "Leggo, scrivo, posto, email e foto. Ma piu' di tutto scrivo e leggo."

"iPad, tu hai bisogno di questo. Risparmi tempo e lavori nei momenti "morti" senza dover aspettare il rientro a casa e lavorare quando tutti sono a dormire." Non ti prendo neanche in considerazione...intanto penso...e ripenso...e penso...magari.

"Una nuova fase - mi dici - provaci."

Cosi' mi sento. In una nuova fase, da scoprire. E tu al mio fianco, come sempre. Recentemente ho letto: "Per sempre siginifica ogni 24 ore, insieme".

sabato 19 marzo 2011

Happy Father's day! Tanti auguri papa'!

  • He puts his wife first. In his priorities, her happiness and welfare are uppermost in importance, and his children know this.
  • He has a constant spirit of team collaboration with his wife. She is his partner in a collective team enterprise.     
  • He works with his wife to set and maintain a long-term vision (20 years ahead) about the children's growth in character, no matter what they later do for a living.             
  • He corrects his children's faults, not them personally. He combines correction and punishment with affectionate forgiveness, understanding, and encouragement.                       
  • He's not afraid of being temporarily "unpopular" with his children. Their long-term happiness is more important to him than their present bruised feelings from correction. 
  • He encourages his children, showing and explaining how to do things right, and how to do the right thing. He directs rather than manages.                 
  • He goes out of his way to listen to his children, and he pays close attention to their growth in character. He monitors and guides their performance in sports, chores, homework, good manners, and relations with siblings and friends. He knows what goes on in his home and inside the growing minds of his children.
  • He respects his children's freedom and rights. He teaches them how to use their freedoms responsibly, and he exercises only as much control as they need. He sets limits to his children's behavior, draws lines between right and wrong. Within those limits, the children may do what they think best; beyond the lines, they begin to infringe on the rights of others - and this he will not permit.
  • He wants his children to be active, and he knows that all active people make mistakes. He teaches them that life involves intelligent risk-taking, including the risk of error, and that there's nothing wrong with mistakes if we learn from them.
  • He sets aside his fatigue, anxiety, and temptations to slack off - putting his fatherly duties ahead of self-interested pursuits. He sets aside the newspaper to help with homework. He goes without t.v. to set a good example. He lets his kids work with him around the house even when they mostly get in the way. Like a good boss, he's always available to help and advise.
  • He shares conversation with his children until he and they know each other inside out.  
  • He gives his children a sense of family history and continuity. 
  • He is open to his children's suggestions, their "input" about family decisions. When matters are unimportant, he accedes to their preferences. But larger, more important matters are decided by the parents.         
  • He takes his wife's judgment seriously, especially in matters pertaining to the children.              
  • When he has caused offense, he apologizes. 
  • Habitually he punctuates his speech, especially toward his wife, with please, thank you, and excuse me.            
  • He draws strength from his religious faith and love for his family.
  • He knows that time passes quickly and he hasn't much of it. So he makes smart use of scant resources. He makes the time, even small slivers of it here and there, to live with his children.             
  • His life as husband and father is, to him, one of noble, self-sacrificing adventure. As long as his children are in his care, he will not quit or slacken in his efforts to form their character. He will protect and provide for his family no matter what the cost, for they are the meaning of his life, the object of his manly powers, the center of his heart.
Children with a father like this, wholly supported by a great wife, have a fighting chance of becoming great men and women. (http://www.parentleadership.com/ - James Stenson).

lunedì 14 marzo 2011

La mia amica C.

Ieri sera ho avuto una splendida e nostalgica chiacchierata con la mia amica C. C ed io ci siamo conosciute a Bangkok. Italiana e tedesca con in comune tre maschi della stessa eta' dei miei. Risate, ricordi, domande, impressioni, consigli, stanchezza, famiglia, prospettive, nuovi trasferimenti, difficolta': questo e di piu' gli argomenti del nostro up date su skype. C adesso e' a Jacarta, Indonesia.

Ricordi di compleanni festeggiati insieme, un Natale insieme, corso di nuoto dei figli insieme, mom's group insieme, pomeriggi in piscina con tutti i nostri bambini, caffe' e pic nic insieme, shopping insieme, serate a 4 insieme e lacrime di arrivederci quando ci siamo salutate...
Incontrare, conoscere e lasciare: non e' mai facile. In mezzo, tempo prezioso per costruire, per seminare, per capirsi, per condividere, per crescere, per ridere, per imparare, per stupirsi...e' questo mezzo che rende un'amicizia viva.

Malanni e coccole.

Un altro malanno di stagione. Io con febbre e raffreddore e con davanti due settimane di vacanza con scuola chiusa. Torni dal lavoro in tempo per farmi coricare una mezz'ora prima di cena. Arrivo a tavola e tu, con un grande sorriso, fai finta di essere al ristorante e mi porgi un delizioso piatto di spaghetti alla panna, limone, parmigiano e latte guarnito di foglie di prezzemolo e scorzette di limone..."Prego signora...con tutto il mio amore..e una pronta guarigione!".

Benedetta rimane accanto a me per tutta la serata: "Mamma, io mi prendo cura di te!". Ognuno sparecchia (anche Gabriele ma con "lancio del piatto"!) senza doverlo ripetere e in poco tempo siete tutti a letto con denti e mani lavati, baci e abbracci...una magia! E' quasi bello non stare bene con voi...

Tre fratelli...e una sorella.

"Mamma, mi fanno i dispetti!". "Mamma, Edoardo dice che io sono bleah...Carlo mi fa le pernacchie!". "Mamma, lanciano le cose nella mia cameretta!. "Mamma, Edoardo prende in giro le mie amichette!". "Mamma, mi portano via i giochi...Non lo voglio Gabriele, rompe tutto!!". "Mamma, lanciano le mie mollettine!". "Mammaaaaaaa...." continua Benedetta dalla sua cameretta..."...Io voglioooooo una sorellina!!!!!!!!".

Intero pomeriggio di litigi, dispetti e coalizioni, maschi (3) contro femmine (1)... . Penso tra me e me: "Cara Benedetta, avrai un vantaggio con tre fratelli, non indifferente: conoscerai da vicino l'universo maschile!".

sabato 12 marzo 2011

Cosa vuoi fare da grande?

Siamo a tavola, stanchi dopo una giornata all' Ikea. Cominciamo a parlare di cosa ad ognuno di voi piacerebbe fare "da grande". Benedetta, non avevamo dubbi, la veterinaria che cura i mali dei cavalli, Carlo il pilota di Saetta Mc Queen e la risposta di Edoardo ci colpisce: "Mamma, io vorrei essere solo un uomo. Bravo come papa'. Un bravo uomo. Oppure un ingegnere come papa', bravo.". La sicurezza della tua risposta mi fa continuare il discorso chiedendoti: "Cosa significa essere bravo per te? ".
" Bravo e' quando insegni a qualcuno a fare qualcosa. Quando hai pazienza e non ti arrabbi. Quando obbedisci.".

Materia preziosa per il mio esame di coscienza.

giovedì 10 marzo 2011

Una passeggiata con Carlo.

Ancora neve. Ore 7 di sera. Tu sei rientrato a casa dal lavoro in orario. Cena gia' pronta. Non ho resistito a due passi nella neve fresca che ancora stava scendendo. Carlo e' uscito con me. Nessuno per strada. Solo i fiocchi di neve interrompevano il silenzio intorno. Carlo, felice, contava i nostri passi e ammirava le orme dei nostri scarponi nella neve fresca. Io mi gustavo quel momento magico e silenzioso avvertendo una grande, semplice e chiara certezza: sono una donna felice.




martedì 8 marzo 2011

Post-it

"Se ognuno di noi portasse in famiglia, al lavoro, nelle diverse relazioni sociali la bellezza dei propri AMORI  invece dei propri UMORI...quante reazioni diverse ci sarebbero!".

Grazie a te, donna. (Giovanni Paolo II, Lettera alle donne)

Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.

Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.

Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.

Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del «mistero», alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.

Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta «sponsale», che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.

Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.

Scegliere.

Domenica scorsa per diversi motivi ci siamo divisi per andare a Messa. Mi stavo preparando e ho chiesto a Edoardo di prepararsi per venire con me. La sua risposta: "Non ho voglia di andare a Messa. A Messa non posso giocare." La serena tranquillita' della domenica mattina mi stava facendo comprendere il suo stato d'animo e concordare con la sua risposta. Ma poi mi sono ri-svegliata e gli ho chiesto: "Tu vuoi bene a Gesu'?". "Si mamma.", mi ha risposto Edoardo. "Se un tuo amico ti invita, tu non vai a trovarlo?" ho replicato. "Si vado. Da chi vado a giocare?" hai chiesto. "Tu vuoi bene a Gesu'. Gesu' e' tuo amico. E gli amici si vanno a trovare e magari ci fanno delle sorprese." Ho risposto io. "Mamma, che sorpresa mi manda Gesu???!!!". "Andiamo e vediamo".

Quando la famiglia e' numerosa, non e' sempre facile passare del tempo a tu per tu con un solo figlio. La Messa e' stata una di queste occasioni. Il tragitto in macchina e' stato silenzioso, perche' Edoardo non voleva venire ed era arrabbiato e sapeva che non ci sarebbe stata nessuna sorpresa, almeno non di quelle che desidera un bambino di 6 anni. Ma durante la Messa mi ha fatto domande, ho cercato di incuriosirlo raccontandogli quello che succede, e' stato orgoglioso di leggere i numeri dei canti e le parole delle letture. E, per sua grande gioia, c'era il suo amico L.
Il tragitto in macchina per tornare a casa e' stato piacevole.

Avere voglia e' una ragione sufficiente per fare o non fare una cosa? Cosa voglio insegnare a mio figlio? Che volere bene e' un sentimento o piuttosto un atto della volonta'?

giovedì 3 marzo 2011

Bambini impegnati.

Oggi all'uscita di scuola incontro la mamma di E., un compagno di Edoardo. Le chiedo quando E. ha un pomeriggio libero per invitarlo a casa nostra. Lei mi risponde: "E' difficile. E. e' molto impegnato...", e mi elenca tutte le attivita' del bambino dal lunedi' al venerdi'. Un'attivita' mi colpisce in particolare: corso di lettura. Le chiedo spiegazioni e motivi del corso. Lei mi risponde: "Ho iscritto E. al corso di lettura perche' altre mamme l'hanno fatto. Migliora la lettura". Sempre piu' incuriosita, le chiedo: "Ma...perche'? E. ha delle difficolta' nella lettura?".
"No, non credo. Non so, in effetti E. non vuole andarci. Non gli piace". Riprendo: "Ma hai chiesto alla maestra se E. ne ha davvero bisogno?". "Si. La mestra mi ha detto che e' bravo e non ha nessun problema a scuola." Io continuo: "Ah...ma credi sia utile a E.?". "Ma non so. E' anche molto caro questo corso. Edoardo frequenta il corso?" mi chiede lei. "No. E' bravo a scuola. Gli piace leggere. Legge a tutti noi! Svolge bene i compiti e la mastra e' contenta. Perche' dovrebbe fare il corso?". "Hai ragione. Credo che togliero' E. dal corso. Grazie".

Con Edoardo in prima elementare ho preso piu' confidenza con alcune letture che riguardano il binomio figlio-scuola-tempo libero. Organizzazione del tempo, svolgimento dei compiti, metodo di studio e simili. Un criterio interessante che ho imparato in queste letture e': tempo per uno sport/attivita' (possibilemnete scelto e portato a termine dal bambino), tempo per i compiti (svolti senza distrazioni, senza interruzioni, non prima di andare a dormire...), tempo per la vita famigliare (mamma, papa', fratelli e amichetti) e tempo per dedicarsi agli altri (piccoli incarichi in casa, preparazione di biglietti di compleanno, di buona guarigione, disegno per la nonna...). La scelta nei dettagli, ovviamente, dipende dall'eta' del bambino.
Utile, per esperienza, avere un criterio.

Benedetta e le farfalle autoadesive.

Pensieri di tenerezza. Guardo mia figlia, la seconda in mezzo a tre maschi. Un universo diverso. Lo sto conoscendo, sto imparando a muovermi dentro. Un modo diverso di scegliere, un modo diverso di parlare, un modo diverso di giocare, un modo diverso di addormentarsi, un modo diverso di volere bene, un modo diverso di difendersi, un modo diverso di chiedere, un modo diverso di imparare...

Cerchietti, ballerine, la cameretta "nice and clean", solo gonnelline e vestitini...Ieri ho comprato delle bellessime farfalle autoadesive da mettere sopra il suo letto. Perfette, un match di colori con il copriletto e le tende. Tornata da scuola, mentre io preparavo la merenda, con molta naturalezza e' arrivata in cucina con in mano tutte le farfalle che io, con molta cura, avevo attaccato...

"Scusa, le hai staccate? Perche'? Io le ho prese pensando che ti piacessero...". Il mio tono non era arrabbiato, ma neanche felice. Lei, con la tranquillita' che la distingue, mi ha risposto: "Scusa mamma, a me non piacciono". Ho insistito: "Ma sono cosi' belle, stanno bene nella tua camera...". "Mamma, grazie - mi dice abbracciandomi - ma a me non piacciono".
Niente da fare. Le farfalle non ci sono piu'. Benedetto dono della liberta'!