Domenica scorsa per diversi motivi ci siamo divisi per andare a Messa. Mi stavo preparando e ho chiesto a Edoardo di prepararsi per venire con me. La sua risposta: "Non ho voglia di andare a Messa. A Messa non posso giocare." La serena tranquillita' della domenica mattina mi stava facendo comprendere il suo stato d'animo e concordare con la sua risposta. Ma poi mi sono ri-svegliata e gli ho chiesto: "Tu vuoi bene a Gesu'?". "Si mamma.", mi ha risposto Edoardo. "Se un tuo amico ti invita, tu non vai a trovarlo?" ho replicato. "Si vado. Da chi vado a giocare?" hai chiesto. "Tu vuoi bene a Gesu'. Gesu' e' tuo amico. E gli amici si vanno a trovare e magari ci fanno delle sorprese." Ho risposto io. "Mamma, che sorpresa mi manda Gesu???!!!". "Andiamo e vediamo".
Quando la famiglia e' numerosa, non e' sempre facile passare del tempo a tu per tu con un solo figlio. La Messa e' stata una di queste occasioni. Il tragitto in macchina e' stato silenzioso, perche' Edoardo non voleva venire ed era arrabbiato e sapeva che non ci sarebbe stata nessuna sorpresa, almeno non di quelle che desidera un bambino di 6 anni. Ma durante la Messa mi ha fatto domande, ho cercato di incuriosirlo raccontandogli quello che succede, e' stato orgoglioso di leggere i numeri dei canti e le parole delle letture. E, per sua grande gioia, c'era il suo amico L.
Il tragitto in macchina per tornare a casa e' stato piacevole.
Avere voglia e' una ragione sufficiente per fare o non fare una cosa? Cosa voglio insegnare a mio figlio? Che volere bene e' un sentimento o piuttosto un atto della volonta'?
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martedì 8 marzo 2011
sabato 15 gennaio 2011
...Aereo e casa...
Francoforte - Toronto in business class. Dopo un volo di un'ora e 15 minuti da Milano a Francoforte con bambini piccoli in lacrime tra stanchezza e capricci, pensavo di piangere anche io con altre 8 ore e mezzo di volo da Francoforte a Toronto. Ma la business class mi ha dato speranza e motivo di pensare...
Carlo ha preso il suo posto di fianco al finestrino, sprofondato nella comodissima poltrona con possibilita' di cambiare posizione a comando, da seduto a completamente sdraiato. Lo spazio davanti a noi era grande abbastanza per potersi mettere a giocare e fare i puzzles. Gabriele continuava a schiacciare tasti che accendevano la luce, lo schermo della tv con i film Disney e chiamavano le hostess che saranno venute 20 volte anche se lui le chiamava per gioco. Carlo ha subito aperto la coperta e si e' sistemato come fosse sul divano di casa nostra. Tutto pulito e profumato.
"Signora, mi chieda qualunque cosa le puo' servire per renderle questo viaggio il piu' piacevole possibile." "Wow...", ho pensato dentro di me. E' stata una promessa mantenuta. Le hostess si alternavano in continuazione per portarci un bicchiere di vino, succo di frutta, acqua, giornali, per far giocare i bambini, per guardare i bambini mentre andavo in bagno, per darmi un cuscino in piu', il bis del dessert...
Il volo e' stato ottimo e i bambini felici. Carlo vedendo tutti i colori del cielo, mi ha chiesto: "Mamma, stiamo per morire?"..."No Carlo...perche' mi fai una domanda cosi'?", "Mamma, siamo in Cielo...!!!".
Da tre giorni a casa ogni tanto ripenso alle hostess dell'aereo. Lavatrici da fare, casa da pulire dopo un mese in Italia, lotta tra ordine e disordine, macchina famigliare da rimettere in moto, neve da spalare, bimbi felici nella neve e casa piena di acqua e ghiaccio, amichetti che si auto-invitano, impegni e dottori da riorganizzare, pranzi e cene da preparare (buoni, sani e in pochi minuti), fuso orario inesistente per necessita' famigliari (ovvero, il mio corpo lo sente ma non ha il tempo per assecondarlo!)...
Le fatine dell'aereo hanno fatto un ottimo lavoro e sempre con il sorriso. Ma preferisco il felice caos di casa mia. Non tutto e' perfetto come sull'aereo, ma ogni persona in casa si sente accolta e riscaldata. Una cosa ripensandoci annoto sulla mia agenda: lavorare con il sorriso.
Carlo ha preso il suo posto di fianco al finestrino, sprofondato nella comodissima poltrona con possibilita' di cambiare posizione a comando, da seduto a completamente sdraiato. Lo spazio davanti a noi era grande abbastanza per potersi mettere a giocare e fare i puzzles. Gabriele continuava a schiacciare tasti che accendevano la luce, lo schermo della tv con i film Disney e chiamavano le hostess che saranno venute 20 volte anche se lui le chiamava per gioco. Carlo ha subito aperto la coperta e si e' sistemato come fosse sul divano di casa nostra. Tutto pulito e profumato.
"Signora, mi chieda qualunque cosa le puo' servire per renderle questo viaggio il piu' piacevole possibile." "Wow...", ho pensato dentro di me. E' stata una promessa mantenuta. Le hostess si alternavano in continuazione per portarci un bicchiere di vino, succo di frutta, acqua, giornali, per far giocare i bambini, per guardare i bambini mentre andavo in bagno, per darmi un cuscino in piu', il bis del dessert...
Il volo e' stato ottimo e i bambini felici. Carlo vedendo tutti i colori del cielo, mi ha chiesto: "Mamma, stiamo per morire?"..."No Carlo...perche' mi fai una domanda cosi'?", "Mamma, siamo in Cielo...!!!".
Da tre giorni a casa ogni tanto ripenso alle hostess dell'aereo. Lavatrici da fare, casa da pulire dopo un mese in Italia, lotta tra ordine e disordine, macchina famigliare da rimettere in moto, neve da spalare, bimbi felici nella neve e casa piena di acqua e ghiaccio, amichetti che si auto-invitano, impegni e dottori da riorganizzare, pranzi e cene da preparare (buoni, sani e in pochi minuti), fuso orario inesistente per necessita' famigliari (ovvero, il mio corpo lo sente ma non ha il tempo per assecondarlo!)...
Le fatine dell'aereo hanno fatto un ottimo lavoro e sempre con il sorriso. Ma preferisco il felice caos di casa mia. Non tutto e' perfetto come sull'aereo, ma ogni persona in casa si sente accolta e riscaldata. Una cosa ripensandoci annoto sulla mia agenda: lavorare con il sorriso.
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