martedì 31 maggio 2011

Capolavoro.

"Mamma, come si dice masterpiece in italiano?", mi chiede Edoardo. "Capolavoro." "A scuola stiamo studiando i capolavori di alcuni pittori."

"I capolavori non sono solo i dipinti. Un capolavoro puo' essere un lavoro ben fatto, una bella passeggiata, una bella partita a pallone, un cielo stellato...". Edoardo mi guarda meravigliato, stando al gioco. "Un nuovo gioco per la DS!". Gioco e realta' si mescolano. "La tua vita e' un capolavoro di Dio", ti suggerisco con un sorriso. "Vero?! Io sono un capolavoro?" mi chiedi tra lo stupore e la meraviglia.

"Dio ci ha donato la vita, attraverso l'amore della mamma e del papa', chiedendoci di farne un capolavoro. Certo che tu sei un capolavoro! Lui e' il pennello e noi la tavolozza. E dall'armonia delle pennellate e dalla docilita' della tavolozza vedrai che capolavoro riuscirai ad essere! E alla fine del lavoro, porgeremo a Dio la nostra vita, il migliore dei capolavori, come ringraziamento a Lui".

"Mamma, Dio e' bello?"...

La bellezza e' una virtu' divina che si manifesta nel creato.
Paesaggio dietro casa...










martedì 24 maggio 2011

Spirito sportivo!

Sono rientrata da una breve visita in Italia e con tanta voglia e buona volonta' mi sono messa in moto per riavviare il menage famigliare quando una banale caduta mi ha costretto a diminuire il passo. Alluce rotto.
Cambio di piani. Farsi aiutare. Rimandare. Ascoltare. A volte costa fatica rallentare. Ma a volte ci sono piacevoli sorprese e nuove aree di miglioramento da scoprire.
Questo fine settimana ho "fatto" meno di quello che avrei voluto. Ma ho ammirato di piu' i piccoli gesti di affetto in casa, ho letto qualche pagina in piu' dei tanti libri che ho sul comodino (e che, un giorno, spero di riuscire a finire!), ho chiacchierato piacevolmente sul terrazzo con mio marito e ho ammirato, ancora una volta, la sua capacita' di sdrammatizzare e sorridere delle piccole sfortune!.

Insomma, nella sfortuna, ci ho guadagnato!

mercoledì 4 maggio 2011

Perfettamente normale.

Oggi e' stata una giornata perfettamente normale. Sveglia. Colazione. Preparare i bambini. Raccontare storie. Ripassare francese e matematica con Edoardo. Accompagnare i bambini a scuola. Passeggiata con Gabriele lungo lago. Spesa. Lavatrici. Stirare. Chiamare un'amica. Chiamare la scuola. Preparare la valigia (tra due giorni volo a Milano per 10 giorni). Pranzo. Commissioni. Sonnellino di Gabriele: due ore di lavoro. Andare a prendere i bambini a scuola. Portare a casa due amichetti. Compiti con Edoardo. Costruire insieme un teatrino per le marionette di carta e stoffa. Preparare la cena. Aprire la porta al papa' di ritorno dal lavoro e... vederlo sorridere con un mazzo dei miei fiori preferiti in mano. Cenare insieme. Giocare al telefono senza fili. Pigiamare i bambini. Preghiere, baci e buonanotte.
Insomma tutto perfettamente quotidiano con quella pericolosa minaccia della noia che fa sempre capolino sul "perfettamente quotidiano". Ma io non mi sono annoiata per niente. Amo quello che faccio. Amo le persone che riempiono la mia casa e le mie perfettamente normali giornate. Amo il tempo presente. Amo vedere le persone sorridere. E so che Qualcuno mi accompagna, in ogni giornata perfettamente normale.

lunedì 2 maggio 2011

Gala Dinner.

Siamo stati invitati a partecipare ad una bella serata: per promuovere la famiglia e costruire la societa'. Una sala piena di famiglie: belle, positive, con speranza, con tanta o poca esperienza alle spalle, in cammino. Buona musica. Buona cucina. Buon vino. Buona compagnia.
Il discorso centrale, tenuto da un giudice della Corte suprema dell'Ontario (sposo, padre e professionsita): importanza della paternita'.

Appunti del discorso:
- Un grande uomo ha sempre accanto una grande donna.
- Un buon padre e' prima di tutto un buon marito.
- Preparare un figlio per il suo cammino. Non il cammino per il figlio.
- Disciplina, indispensabile per educare al bene, non e' esasperare un figlio. Neanche la punizione imposta. Ma il riconoscimento dell'autorevolezza del padre (e della madre, s'intende).
- I figli, ogni giorno, fanno del padre un uomo migliore.
- Il successo di una famiglia e' la misura dell'amore che c'e' in essa.

Io e te, di ritorno a casa abbiamo continuato a parlarne fino a notte fonda. Perche' la posta in gioco e' alta: la mia e la tua felicita' e di tutti i membri della nostra famiglia. La felicita' vera, intendo.

giovedì 28 aprile 2011

Voglio.

Io e Benedetta insieme in un negozio. Lei ha bisogno di una gonnellina. "Mamma, ne vorrei tre. " "Benedetta ne hai bisogno una.". "Allora due.". "Benedetta ne hai gia' altre a casa. Solo una". "Ma a me piacciono tutte".

Scelta la gonnelina azzurra. Stiamo per passare al reparto donna dove io le spiego che ho bisogno di una maglietta. "Mamma guarda che belle borsettine! Mamma possiamo comprarle? ". " Benedetta hai gia' tante borsettine e non le stai usando.". " Mamma, io voglio la borsettina. Sono cosi' pretty! Mamma io la voglio per quando andiamo a New york, a Toronto, a Milano...

Le rispiego che non possiamo comprare tutto quello che ci piace. Le spiego che a casa ha gia' le sue borsettine. "Mamma, per favore!", "Mamma, is not fair!", "Lo so amore, ma una mamma non puo' essere sempre simpatica!". Cerco di distogliere la sua attenzione. La situazione sembra migliorata. Ci dirigiamo al "mio" reparto... Ecco, comincia a piangere: "Mamma io voglio la borsettina!". Penso tra me e me: qual e' la via migliore? La borsettina non la voglio comprare altrimenti la prossima volta me ne chiede un'altra, ma non posso neanche trascinarla nel negozio in un mare di lacrime...

Cosa puo' aiutarla a capire? Cosa le posso suggerire? Idea. "Benedetta, ti ricordi la borsettina di paglia che zio M. e zia C. ti avevano regalato a Bangkok? Era da tanto che non la usavi cosi' l'ho messa nell'armadio. Magari adesso ti piace.". "Non mi ricordo mamma. E' bella? ". "E' di paglia, con un bel nastrino rosa per chiuderla. E' molto carina. Quando arriviamo a casa, la mettiamo subito sul letto e mi dici cosa ne pensi. Vedrai che ti piacera' e sarai bellissima quando usciamo insieme.". "Ok mamma. Allora andiamo subito a casa. La voglio vedere!". E le lacrime si sono trasformate in un bel sorriso conquistato!

P.s. io nel reparto donna ho avuto 3 minuti per scegliere la mia maglietta! Ma ne e' valsa la pena. Oggi, un passo in piu'.

martedì 19 aprile 2011

Piccoli, grandi passi.

Il momento di addormentarsi potrebbe durare fino a mezzanotte per te, Edoardo. Quando tutto si calma, comincia il nostro rituale. Riprendi insieme a me la tua giornata, anche se gia' me l'hai raccontata nel pomeriggio. Ma, hai ragione, nel caos ordinario dei nostri pomeriggi. Domandi: a volte sono richieste di nuovi giochi, altre volte sono domande piu' importanti. Mi mostri con orgoglio le nuove parole che stai imparando a leggere nel libro "The Little Prince", alcune davvero lunghe e difficili. Ti guardo seduto nel letto, con la matita in mano per segnare il punto in cui finisci di leggere e la gomma per cancellare il vecchio segno. Non ti addormenti piu' con un peluche ma vuoi tenere i tuoi libri preferiti accanto al cuscino.
Cresci e lo vedo anche al mattino. Non riesco piu' ad accompagnarti all'entrata della scuola, all'ultima curva prima dell'ingresso mi dici sorridendo: "Ok, mamma. Adesso puoi andare, continuo da solo". Prendi al volo il mio bacio, il mio in bocca la lupo per il test di matematica... e raggiungi i tuoi amici, in fila per cantare l'inno canadese.
Ma il tuo sorriso all'uscita della scuola e' pieno di parole. E, oggi, mentre scendevi le scale una tua amichetta ti ha detto: "Che bello tua mamma e' sempre puntuale!". E tu, correndo: "I know and I like it!".